Le parole di Carpinteri e Amasi dopo i rispettivi successi
L’uno, portacolori dell’Asd Megara Running, ha trionfato nella “Mezza Maratona Eufemio da Messina”. L’altro, giovanissimo dell’Atletica Savoca, ha dettato legge nella “Shakespeare Run” di 10,5 km. Soddisfazioni diverse, ma entrambi protagonisti di giornata.
Un’infinità di storie, volti e personaggi dalla “Fontalba Marathon Messina 2022″. Non solo la prova principale da 42,195 km ha fornito dei risultati a sorpresa. La “Mezza Maratona Eufemio da Messina” di 21,097 km è stata nel segno di Franco Carpinteri dell’Asd Megara Running che al termine dei quattro giri del percorso ha trionfato in 1h17’55”.
Carpinteri, classe 1968, era reduce da un podio di rilievo conquistato soltanto una settimana fa piazzandosi al terzo posto assoluto nella prima edizione del “Busambra trail”, svoltosi nel territorio di Corleone. Residente a Solarino ma augustano d’adozione per lavoro, all’arrivo della Mezza Maratona nella città dello Stretto, posto di fronte a Piazza Unione Europea, ha commentato con un sorriso il suo successo: “Vengo da una gara di trail nella quale sono stato terzo assoluto e primo di categoria. Non ero preparato a questa Mezza, ma 1h17′ è comunque un bel tempo. Correre la maratona in futuro? No, è assolutamente da escludere. Oggi ho voluto staccare la spina e cercare qualcosa di più per divertirmi, ma alla fine proprio la spensieratezza porta a fare cose del genere”.
Il giovane Saverio Filippo Amasi dell’Atletica Savoca, giungendo al traguardo in 36’36”, è stato invece l’autentica rivelazione della “Shakespeare Run” di 10,5 km. Per lui, nato nel 2002, due tornate da autentico dominatore ed un promettente futuro ancora tutto da scrivere. “A maggio compirò 20 anni, è stata una sorpresa anche per me mantenere questi ritmi. Ero abbastanza carico, l’ho fatta per divertimento” ha detto Amasi. “I miei obiettivi? Mi piacciono le gare su pista e pure quelle sulla strada, ma anche le campestri e i trail. Un futuro da maratoneta? Vedo che chi affronta gare internazionali come gli ugandesi o i kenioti già a 19 anni stabiliscono tempi che io neanche posso immaginare, ma lavorando cerco di raggiungere i migliori risultati e se non ci riesco vuol dire che almeno ci ho provato. Ringrazio il mio allenatore Antonello Aliberti perché senza di lui non sarei mai stato qui. Sono una testa calda (sorride, ndr), ma lui mi sa gestire bene, così come la presidentessa Manuela Trimarchi”.