Atletica in lutto, addio a Paola Pigni
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Scomparsa a 75 anni il bronzo olimpico dei 1500 metri a Monaco 1972, icona del mezzofondo e dello sport italiano. Il presidente FIDAL Mei: “Pioniera della grande atletica, esempio per generazioni di atlete”.
Una tristissima notizia scuote l’atletica italiana. È scomparsa a 75 anni Paola Pigni, leggenda dell’atletica azzurra, bronzo olimpico dei 1500 metri ai Giochi di Monaco nel 1972 e due volte campionessa mondiale di corsa campestre (1973 e 1974). Atleta tra le più rappresentative del mezzofondo azzurro, aveva vestito per 33 volte la maglia della Nazionale ed era stata anche primatista del mondo dei 1500 nel 1969.
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Paola Pigni (foto FIDAL)
Profondo il cordoglio del presidente della FIDAL Stefano Mei, del Consiglio federale e di tutta l’atletica italiana. “È stata l’antesignana delle nostre campionesse di mezzofondo – le parole del presidente FIDAL – una medaglia di bronzo a Monaco ’72 che ebbe un significato enorme: valeva come un oro perché in quel momento lo sport femminile non era ancora sviluppato come lo intendiamo oggi.
È stata la pioniera della grande atletica, la donna copertina, esempio e stimolo per tante atlete, della sua generazione e delle successive. Troveremo certamente un modo per onorare la sua memoria. Mando un forte abbraccio ai figli Chiara e Claudio e a tutta la famiglia”. A Grosseto, in apertura dei Campionati italiani juniores e promesse, è stato osservato un minuto di silenzio in suo ricordo.
Nata a Milano il 30 dicembre 1945, ha iniziato come velocista (12.9 nei 100 e 27.0 nei 200 a 16 anni), salendo poi fino ad accasarsi di preferenza nei 1500 metri. Non esita però ad esplorare il fondo, avventurandosi perfino nella maratona, corsa a Roma il 31 dicembre del 1971 (la San Silvestro del Cus Roma) in 3h00:43. Nella Notturna di Milano del 1969 porta a 4:12.4 il record mondiale dei 1500 metri dopo aver superato sul passo l’olandese Maria Gommers (4:15.0).
Sono tempi di rapida evoluzione per il mezzofondo femminile e più tardi, nella stessa stagione, ai campionati Europei di Atene, pur migliorandosi ulteriormente con 4:12.0, deve accontentarsi del terzo posto dietro Jaroslava Jehlicková (4:10.7, nuovo record del mondo) e la stessa Gommers (4:11.9). Lo stesso fenomeno, e in forma ancor più eclatante, si verifica ai Giochi olimpici del 1972 a Monaco: pur migliorando il suo record italiano tre volte nel giro di cinque giorni (4:09.53 in batteria, 4:07.83 in semifinale e 4:02.85 in finale), nella gara decisiva finisce ancora terza, dietro la russa Lyudmila Bragina (4:01.38, nuovo record del mondo) e la tedesca dell’Est Gunhild Hoffmeister (4:02.83).
Eccezionali i suoi titoli nel cross, nel 1970 a Vichy (quando era ancora Cross delle Nazioni), i due trionfi mondiali nel 1973 a Waregem e nel 1974 a Monza. Allenata dal marito Bruno Cacchi, tesserata in successione con il Circolo Giuliano Dalmata, con lo Sport Club Italia e con la Snia, vincitrice di 19 titoli nazionali, dai 400 ai 3000 e nel cross, e dei Giochi del Mediterraneo del 1975, ha detenuto anche i primati italiani di numerose altre distanze: 400 metri con 54.2 (1966); 800 metri con 2:01.98 (1975); 1 miglio con 4:29.5 (1973), a suo tempo record mondiale; 3000 metri con 8:56.6 (1973); 5000 metri con 15:53.6 (1969); 10.000 metri con 35:30.5 (1970) e 33:39.0 in gara ufficiosa nel 1972.
Articolo e FOTO tratti dal sito www.fidal.it