Bronzo per Dal Molin a Torun, staffetta record
Agli Euroindoor l’ostacolista torna sul podio dopo otto anni nei 60hs. Donne della 4×400 al primato italiano di 3:30.32 (quarte). Staffetta maschile quinta, Bogliolo e Trost seste, Dester chiude settimo.
Ancora una medaglia per l’Italia agli Europei indoor di Torun, in Polonia. È il bronzo di Paolo Dal Molin nei 60 ostacoli, di nuovo sul podio dopo l’argento di otto anni fa. L’azzurro si esprime al massimo in finale: con 7.56 arriva a un solo centesimo dal primato stagionale, a cinque dal suo record italiano. Trova un’ottima partenza come di consueto il 33enne delle Fiamme Oro, quindi colpisce la seconda barriera ma riesce a mantenere un’azione efficace.
Nella fase centrale della gara viene affiancato e superato da due imprendibili avversari: il francese Wilhem Belocian, all’oro in 7.42 (quarto europeo di sempre), e l’iridato britannico Andy Pozzi, sconfitto con 7.43. Poi è netto il terzo posto di Dal Molin, che si butta bene sul traguardo, con quattro centesimi di vantaggio sullo spagnolo Asier Martinez (7.60). L’altro azzurro, il debuttante Franck Brice Koua, chiude ottavo in 7.76 a poche ore dal 7.70 con cui ha realizzato la migliore prestazione italiana under 23 in semifinale. Gara di altissimo livello, neanche a dirlo: meglio dei primi due, quest’anno, ha fatto soltanto lo statunitense Grant Holloway con il record mondiale di 7.29.
“Sì, finalmente sono tornato. Possiamo dirlo”, le parole di Paolo Dal Molin, con la bandiera tricolore sulle spalle e una medaglia di bronzo da tenere stretta. “Ho aspettato tanto questo momento ed è una ripartenza. È stata una gara solida, non mi sembra di aver fatto errori grossolani, soltanto mi sono un po’ addormentato dopo il primo ostacolo. Mi capita troppo spesso, purtroppo. Ma veder rientrare Andy Pozzi mi ha riacceso e da lì ho capito che dovevo dar tutto. Come sono tornato? Finché non tiro fuori quello che valgo non mi tiro indietro, non mollo, a costo di patire le pene dell’inferno. È l’anno olimpico e uscire dalla stagione indoor in questa condizione, anche fisica, significa potermi esprimere all’aperto sui tempi che penso di valere”.
STAFFETTA RIVELAZIONE – Chi lo avrebbe detto? Quella che alla vigilia era stata presentata come “staffetta B” stupisce a Torun con il quarto posto ma soprattutto con il record italiano, infranto di oltre un secondo, in una prova tutta determinazione, coraggio e lucidità di Rebecca Borga, Alice Mangione, Eleonora Marchiando ed Eloisa Coiro. È la nuova generazione di staffettiste azzurre, nessuna delle quali aveva – per esempio – gareggiato ai Mondiali di Doha oppure alle World Relays di Yokohama.
Il tempo: 3:30.32. Un crono che rispecchia la maturazione di queste quattro staffettiste, tutte al primato personale nella prova individuale nelle settimane scorse. Sgretolato il 3:31.55 di tre anni fa con cui Lukudo, Folorunso, Bazzoni e Spacca furono quinte ai Mondiali indoor di Birmingham.
L’Olanda trascinata da una Femke Bol superlativa è imprendibile in 3:27.15 e prevale nella contesa finale con la Gran Bretagna (3:28.20). Ma soprattutto a partire da metà gara l’Italia risale, ricuce sulle posizioni da podio, fino ai quattrocento metri finali della Coiro che addirittura arriva a insidiare il bronzo della Polonia (3:29.94). Gli split ufficiali: Borga 53.5, Mangione 52.0, Marchiando 52.56, Coiro 52.22. C’è abbondanza. C’è futuro.
Articolo e FOTO (Colombo/FIDAL) tratti dal sito www.fidal.it