Resoconto del convegno nazionale “Alimentazione e Sport”
Un binomio importante per chi è impegnato a livello agonistico, ma anche e soprattutto per gli amatori. Perché garantisce salute e contribuisce a rallentare l’orologio biologico. I dati sono allarmanti, soprattutto per i più giovani.
Sport e corretta alimentazione. Un binomio importante per chi è impegnato a livello agonistico, ma anche e soprattutto per gli amatori. Perché garantisce salute e contribuisce a rallentare l’orologio biologico. I dati sono allarmanti, soprattutto per i più giovani. Lo stile di vita fotografato da Ipsos per Save the Children, racconta di ragazzi italiani dediti soprattutto a computer e televisione e sempre meno attratti dallo sport. Il risultato? Una maggiore obesità infantile, e la Sicilia in questa classifica raccoglie un triste primato, condiviso con la Campania. Eppure, si può modificare questa tendenza. Il Ministero della Salute con il progetto Guadagnare Salute, insieme a varie altre iniziative, segna la via, ma altro ancora va fatto, in primis dai soggetti interessati: la volontà personale è infatti il primo grimaldello per ottenere un risultato.
Di tutto questo, si è parlato, giovedì 10 settembre, nel corso del convegno nazionale “Alimentazione e Sport”, patrocinato dal Ministero della Salute, e previsto nel calendario dei Campionati nazionali assoluti e giovanili di corsa su strada che si tengono a Trecastagni. Relatori del convegno, il direttore generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero Giuseppe Ruocco, il presidente del Coni Sicilia Sergio D’Antoni, il campione olimpico e presidente onorario del comitato organizzatore Alberto Cova e il presidente della Federazione medici sportivi Sicilia Genni La Delfa. Queste alcune delle considerazioni emerse in ordine di intervento.
D’Antoni: “Solo negli ultimi anni c’è attenzione alla pratica sportiva legata alla prevenzione della salute. Malattie cardiovascolari e obesità sono i mali maggiori. Se si parla di indice di sedentarietà, scopriamo che la Sicilia ha dati negativi. Noi siamo la patria della dieta mediterranea, con caratteristiche idonee, eppure siamo all’ultimo posto in Europa. È un fatto culturale. La scuola fa poco in ambito motorio e va recuperato il gap; coesistono disagi familiari che si traducono in deficit. Il Progetto giovani del Coni (finanziato dalla Presidenza del Consiglio) punta al “criterio del disagio”: 163 comuni siciliani stanno partecipando al progetto. Bisogna destinare allo sport lo 0,5% dei contributi che servono alla prevenzione delle malattie: meno sedentarietà, uguale risparmio per la sanità nazionale”.
Cova: “Negli anni 70 la pratica sportiva non era così legata come oggi, alla ricerca medica. Tutto si basava sul buon senso. La dieta e la cura dei dettagli è fondamentale nel passaggio da attività amatoriale ad agonismo. Il cambiamento deve partire dal singolo: dedichiamo tempo e denaro per tenere in “forma” la nostra auto, e non dedichiamo le stesse attenzioni al nostro corpo. Eppure ci vogliono solo 5 minuti la mattina, con 4 movimenti e il nostro corpo si mette in moto”.
La Delfa: “Per invecchiare bene, si deve crescere bene. Sono 4 i principi di base: genetica, malattie e farmacie, fattori non modificabili. Stato di salute e benessere, sono due cose diverse. In Italia siamo al terzo posto nel mondo come età media di vita, 84 anni le donne, 79 gli uomini, l’età media di vita in salute si aggira per entrambi oltre i 60 anni. L’alimentazione ricca di frutta e verdura, associato al movimento – lo diceva Ippocrate – porta ad un sano invecchiamento. Federazione medico sportiva italiana ha presentato a Treck un video inedito (sarà presentato il 19 settembre all’Expo di Milano) sul binomio sport-corretta alimentazione per abbattere la sedentarietà. L’attività motoria è efficace a qualunque età. E quando si è più in là con gli anni, non c’è bisogno di fare attività agonistica, basta fare attività, anche due volte a settimana, ma costantemente”.
Ruocco: “Nel Paese della dieta mediterranea, abbiamo però adottato modelli scorretti che ci hanno portato ad avere il 30% della popolazione obesa o in sovrappeso. Il progetto “guadagnare salute” punta sull’aspetto della trasversalità: la scuola, l’ambiente, infrastrutture con piste ciclabili e parchi urbani, (oltre alle istituzioni e il settore industriale alimentare). Il Piano nazionale di prevenzione è finanziato anche dal Ministero della Salute, insieme alle Regioni, ma il lavoro va fatto dal basso, a partire dal nucleo familiare. Ed è importante educare, spiegare. È quello che stiamo facendo ad Expo: il Ministero della Salute ha trovato nello spazio Me and We Women for Expo un luogo utilissimo dove poter comunicare concetti chiave in tema di nutrizione e sicurezza degli alimenti. Messaggi semplici, chiari, ma scientificamente corretti, con la collaborazione di associazioni, strutture sanitarie e Istituto superiore di sanità”.
Articolo tratto dal comunicato stampa degli organizzatori