La guida della città di Ragusa
I capolavori architettonici costruiti dopo il terremoto, insieme a tutti quelli presenti nel Val di Noto, sono stati dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Ragusa è uno luoghi più importanti in assoluto per la presenza di preziose testimonianze di arte barocca.
Ragusa sorge su una catena collinare, quella dei Monti Iblei, localizzata nella parte sud-orientale della Sicilia, ed è il capoluogo di provincia più meridionale dell’Italia. Ha un’altitudine che supera i 500 metri sul livello del mare, dal quale dista circa 20 km. Originariamente una vegetazione tipicamente mediterranea, costituita da alberi di alloro e querce, ricopriva tutto il territorio. Tale configurazione subì una modifica per favorire la coltivazione di cereali ed agevolare la pastorizia. Il fiume Irminio, che costeggia il territorio della provincia di Ragusa ed in particolare divide a metà il comune di Giarratana e Ragusa, ha subito negli anni un calo del livello idrico medio, tuttavia la creazione di una diga ha fatto nascere il lago artificiale denominato Lago di S. Rosalia. La posizione geografica di tipo collinare della città determina un clima mediterraneo, ma con temperature medie più basse rispetto ad altre città che si estendono lungo la costa siciliana.
Ragusa vanta origini antiche, la collina di Ibla fu infatti abitata fin dal XIV sec. A. C. dai Siculi. Di questi antichi abitanti abbiamo delle significative tracce nelle necropoli attorno a Ragusa. Un gruppo di tombe a forno, grotticelle scavate nella roccia, le possiamo scorgere lungo la strada che da Ibla sale a Ragusa appena sotto la chiesa di S. Maria delle Scale; un altro gruppo di tombe sicule si trova nei pressi della confluenza del torrente S. Leonardo con l’Irminio e si possono scorgere anche affacciandosi nella vallata dal Giardino Ibleo. Una necropoli greca del VI sec. A. C. nella collina Rito testimonia la presenza di un gruppo di Greci di Camarina in quel luogo dove intrapresero i rapporti commerciali con i Siculi di Hybla rispettandone però l’autonomia. Nel 1693 un terribile terremoto distrusse Ragusa (5000 morti) assieme a tutta la Sicilia sud-orientale (60.000 vittime in totale). La ricostruzione inizia subito e mentre i nobili (Sangiorgiari) preferiscono ricostruire sullo stesso luogo dove sorgeva prima, massari e borghesia (Sangiovannari) andarono sulla vicina collina del Patro. Così la divisione in due grandi quartieri: da una parte Ragusa superiore, situata sull’altopiano, dall’altra Ragusa Ibla, sorta dalle rovine dell’antica città e ricostruita secondo l’antico impianto medioevale.
Tanti, oggi, i monumenti da ammirare. I capolavori architettonici costruiti dopo il terremoto, insieme a tutti quelli presenti nel Val di Noto, sono stati dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Ragusa, infatti, è uno luoghi più importanti in assoluto per la presenza di preziose testimonianze di arte barocca. A via Roma c’è il cuore del centro storico della città e, in uno dei piani dell’Hotel Mediterraneo Palace, con entrata da via Natalelli, troviamo il Museo Archeologico, inaugurato alla fine del 1960, che si compone di cinque sezioni. Quindi la Chiesa di Santa Maria delle Scale, ricostruita dopo il terremoto del 1693 in stile barocco, conserva pregevoli opere di artisti locali; la Cattedrale di San Giovanni, costruita tra il 1706 e il 1760, presenta una bella facciata barocca ed è caratterizzata dall’alto campanile; il Palazzo Casentini e il Palazzo Bertini, entrambi in stile barocco, furono realizzati sul finire del XVIII secolo; il Palazzo Zacco, tra i più belli di Ragusa superiore, fu costruito dal barone Melfi. Si presenta con due prospetti, in ognuno dei quali si aprono tre balconi nel piano nobile; la Basilica di San Giorgio, terminata nel 1775, è caratterizzata da una cupola alta oltre 40 metri, sostenuta da 16 colonne.
A pochi chilometri da Ragusa verso sud, affacciata sul mare africano, c’è Marina di Ragusa, l’antica Mazzarelli, nome arabo che significa “piccola borgata”. Villaggio di pescatori, caricatoio per imbarcare quanto nell’entroterra ragusano si produceva e destinato all’esportazione carrube, cereali, caciocavalli ecc., fu dotato di una torre di avvistamento e difesa contro le incursioni piratesche nel XVI sec. A pochi chilometri da Ragusa a metà strada dei cinque “zucchi” che da Castiglione scende a Camarina, circondato da una ricca campagna fatta di carrubeti, masserie e ville ottocentesche, c’è il Castello di Donnafugata. Il castello, in realtà una grande villa, fu ampliato e assunse la forma attuale ad opera del barone Corrado Arezzo De Spucches nei primi del ‘900. Occupa un’area di 2500 mq e si articola in 122 stanze.