Idoneità sportiva agonistica: vizi e virtù
Sono circa due milioni i certificati medici d’idoneità sportiva agonistica rilasciati ogni anno in Italia: un flusso che oscilla tra oasi di virtuosismo e difesa della salute e incredibili casi di malapratica e carenza di deontologia.
Sono circa due milioni i certificati medici d’idoneità sportiva agonistica rilasciati ogni anno in Italia: un flusso che oscilla tra oasi di virtuosismo e difesa della salute e incredibili casi di malapratica e carenza di deontologia.
Istituito nel 1982, quello sportivo è il certificato medico-legale più rilasciato in Italia. Il sanitario che visita oltre alla laurea deve avere conseguito la specializzazione in medicina dello sport ed essere iscritto alla Federazione Medico Sportiva Italiana ( FMSI ).
Il medico che lo firma garantisce che dietro la sua sigla sono stati effettuati: una anamnesi accurata ( notizie circa la storia sanitaria del soggetto), la misurazione dei parametri antropometrici, elettrocardiogramma a riposo , da sforzo e nel recupero, misurazione della pressione arteriosa a riposo e durante lo sforzo, spirometria ed esame delle urine. Insomma un vero e proprio check-up, obbligatorio per chiunque svolga una attività agonostica anche se “amatoriale “. Dopo l’eliminazione dei presidi sanitari scolastici e l’abolizione del servizio di leva, questa è l’unica forma di screening medico di massa con visite calibrate per ogni sport. I risultati dell’obbligo di legge sono inconfutabili: in Italia la morte improvvisa da sforzo è calata del 90 per cento da quando le norme sono in vigore. Tuttavia il grosso giro d’affari che sta dietro i certificati incoraggia chi di scrupoli ne ha pochi.
Si aggiungono gli scarsi controlli, la difficoltà a sanzionare chi si comporta con negligenza e la mancanza di controlli da parte delle ASP. I più pericolosi sono quei medici che concentrano decine di atleti in locali non idonei e non autorizzati e li visitano tutti in poche ore, per far risparmiare soldi alle società. La legge prevede infatti che il medico specializzato debba vedersi autorizzare anche i locali e le attrezzature.
Anche alcuni Presidenti di società sportive concorrono a questa ridicola e vergognosa situazione, non controllando la scadenza annuale dei certificati di idoneità agonistica dei propri atleti, permettendogli, a certificato scaduto, di partecipare alle varie competizioni sportive e assumendosi la totale responsabilità legale. C’è poi un problema di cultura sanitaria dei pazienti, viviamo in un paese dove uno sportivo spende 200 euro per un paio di scarpe, una maglietta e un pantaloncino tecnico ma storce il naso di fronte ai 50 – 60 euro di una visita eseguita da un buon medico, che potrebbe rilevare patologie serie. E sono tantissimi i cinquantenni o sessantenni che partecipano alle maratone podistiche e alle gare ciclistiche, ma farebbero salti mortali pur di evitare il confronto con uno specialista serio, in un contesto del genere i medici faciloni hanno la strada spianata.
Infine voglio sottolineare “fino alla nausea” l’importanza di eseguire una prova sotto sforzo seria (FC massimale o minimo 90% della FC max teorica + recupero di 3 minuti ) con monitoraggio della pressione arteriosa, è consigliabile, inoltre, per chi a compiuto 45 – 50 anni, anche in assenza di segni elettrocardiografici patologici, effettuare un esame ecocardiografico-color-doppler.
Dott. Antonino Todaro
Specialista in Cardiologia e Medicina dello Sport