Le bellezze di Noto, “patrimonio dell’umanità”
Il 3° trofeo Salvatore e Francesco Bonfanti è in programma domenica nello splendido centro in provincia di Siracusa. Ritrovo per giuria e concorrenti fissato alle 8.30 in Piazza Municipio (Cattedrale). Tanti i motivi d’interesse per i visitatori di Noto, ricca di monumenti e rinomata per alcuni deliziosi prodotti tipici.
Uno scenario d’eccezione per il trofeo “Salvatore e Francesco Bonfanti”, giunto alla sua terza edizione. Noto dista 32 km da Siracusa ed è situata nella parte sud ovest della provincia, ai piedi dei monti Iblei. E’ raggiungibile percorrendo le autostrade A18 ME-CT-SR e A19 PA-CT-SR (uscita Bivio Cassibile, proseguimento per la S.S. 115 fino a Noto). La città è stata insignita dall’UNESCO del titolo di “patrimonio culturale dell’umanità”.
La nuova Noto fu disegnata dall’ing. Formenti nel 1699, con la collaborazione del Frate Angelo Italia, su due livelli per rispondere alle esigenze planimetriche del Colle Meti. Le vie della città sono oggi intervallate da scenografiche piazze ed imponenti scalinate che raccordano terrazze e dislivelli. Il barocco pervade l’intera Noto: gli elementi “barocchi” non sono isolati all’interno di un contesto urbano caratterizzato da diversi stili, ma sono collegati tra di loro in modo da realizzare quella che è stata definita la “perfetta città barocca”. Noto, oltre ad avere un importante patrimonio architettonico, dispone di un ampio e variegato territorio (alture, colline, pianure e coste marine), ricco di località d’interesse storico, archeologico e naturalistico. Il suo territorio è attraversato dal fiume Tellaro e dal Torrente Asinaro, o degli Oleandri. I due fiumi nascono rispettivamente dal monte Lauro e dalla Fontana Grande nella Valle del Carosello. Ma Noto è apprezzata anche per i prodotti tipici, su tutti il vino. Spicca il Nero d’Avola, che prende il nome dall’omonima confinante cittadina. Sull’agro di Noto insistono ben due DOC per il vino (Eloro e Val di Noto) e una DOP per l’olio (Monte Iblei). Altro prodotto di grande qualità è la mandorla, detta “pizzuta”, che si coltiva nel territorio.
Questi i percorsi consigliati ai visitatori di Noto
Primo itinerario: Noto sul pendìo. Si parte da piazza Marconi, che ospita la statua di S. Corrado Confalonieri, opera dello scultore Mario Ferretti (1955). Attraversando la Villa Comunale, detta Flora, nata nell’Ottocento nel sito del bosco dei Padri Cappuccini, sulla sinistra si può ammirare il Pantheon, eretto nel 1932 per i caduti della prima Guerra Mondiale sul sito della chiesetta dei Padri predetti. Lungo i viali il visitatore ha l’opportunità di vedere i busti di alcuni uomini illustri netini. Alla fine del Viale alberato si erge un arco di trionfo, detto Porta Ferdinandea o Reale, e poi Porta Nazionale, opera dell’architetto napoletano Orazio Angelini nel 1838. Il lungo Corso Vittorio Emanuele riserva al turista una ricchezza enorme di opere architettoniche. La prima chiesa, a destra, è quella di San Francesco d’Assisi con una scenografica scalinata e un pregevole portale, con annesso l’ex convento dei Frati Minori Conventuali. Procedendo a destra, si sale verso la Basilica del SS. Salvatore, che si proietta sul sagrato realizzato con blocchi di pietra. La facciata è semplice ed armoniosa. A sinistra del Seminario si trova il Palazzo Vescovile, ottenuto con l’acquisto comunale della parte meridionale del palazzo del marchese Trigona di Cannicarao, per il Vescovo Giuseppe Mario Mirone nel 1855 e poi trasformato per acquistare un aspetto consono alla dignità episcopale e per renderlo funzionale per gli uffici della Curia. La Cattedrale, già Chiesa Madre di San Nicolò fino al 1844, si trova ubicata su un poggio con una facciata classicheggiante e una scalinata scenografica, opera disegnata dall’architetto don Rosario Gagliardi e successivamente continuata da Vincenzo Sinatra. Di fronte alla Cattedrale sorge il Municipio, costruito dalla metà del settecento fino ai primi decenni dell’Ottocento. A lato del Duomo, in un sito prestigioso, sorge il palazzo Landolina di S. Alfano, edificio semplice nella sua facciata di pietre ben sagomate, ma armonico nel suo complesso. Poco oltre, si può ammirare il palazzo Nicolaci di Villadorata, una vera Domus Magna; è l’abitazione nobiliare più ampia e prestigiosa (circa 90 stanze) di Noto. Lungo il Corso, a sinistra, il visitatore ammira la facciata artistica, ad andamento concavo e adornata da colonne, della chiesa di San Carlo Borromeo al Corso, ex gesuitica, costruita tra il 1736. Continuando la passeggiata, a destra si trovano la Villetta Ercole, la chiesa di San Domenico e l’Oratorio dei Padri Crociferi e a sinistra il Teatro Comunale.
Secondo itinerario: Noto del piano alto (Pianazzo). Il secondo itinerario, salendo dalla Via Mariannina Coffa, inizia dall’ex convento di S. Antonio di Padova, completato nel 1708 su commissione dell’Ordine dei Padri Minori Riformati. Dietro il palazzo si trova una grandissima costruzione, oggi Penitenziario, ma nel Settecento e nel primo Ottocento constava di due edifici. Il primo era la Casa del Refugio delle zitelle povere e orfane, con una bella facciata ed unascalinata; all’interno si trova ancora la Cappella; accanto alla chiesa del SS. Crocifisso c’era il Monastero di S. Tommaso. A sinistra, l’ex monastero di S. Agata con la Torre dell’orologio, realizzata nell’ottocento; la chiesa è chiusa al culto, come la vicina chiesa della SS. Annunziata, che offre al visitatore un altare bellissimo per la sua fattura. A circa cinquanta metri si trova l’ex convento francescano, poi trasformato nel secondo Ottocento in Collegio C. Giavanti, in sostituzione del precedente edificio utilizzato come Carcere Penale. A piazza Mazzini si può ammirare la chiesa del SS. Crocifisso, la più grande ed importante del Piano Alto. Pare che il tempio sia stato progettato dal Gagliardi. La facciata è del 1715, s’innalza sul rialto e non è stata mai completata. I due leoni romanici lapidei, che oggi sono collocati all’intero del tempio, fino a pochi anni fa erano collocati all’esterno, ai lati del portone, ed avevano una simpatica funzione ornamentale.
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