Palmisano: “Un onore essere paragonata ad Annarita Sidoti”

L’atleta pugliese, oro a Tokyo 2020 nella 20km e agli Europei di Roma 2024, è stata a Sant’Alessio Siculo la testimonial della seconda prova del Campionato Italiano di marcia: “Grazie all’organizzatore Antonello Aliberti che mi ha fortemente voluto. E che emozione essere nella terra di una grande marciatrice come Annarita. Il paragone con lei un onore per i risultati raggiunti ma anche per la sua identità”.
Da campionessa olimpica e atleta meridionale nella terra di Annarita Sidoti. La marciatrice azzurra Antonella Palmisano, oro a Tokyo 2020 nella 20km e agli Europei di Roma 2024, è stata a Sant’Alessio Siculo la testimonial della seconda prova del Campionato Italiano. Sabato ha preso parte al convegno “Chi va più veloce?”, svoltosi presso il Salone Convegni Elihotel e il giorno successivo ha assistito a tutte le fasi della prestigiosa manifestazione tricolore, organizzata dall’Atletica Savoca in stretta sinergia con il Comune jonico.
Punto di riferimento per tutte le atlete che ambiscono a ripercorrere le sue orme, la pugliese classe ’91 di Mottola, in provincia di Taranto, si è detta felice del week-end trascorso in Sicilia: “Contenta di essere qui anche grazie all’organizzatore Antonello Aliberti che mi ha fortemente voluta. Ricordo la sua chiamata, voleva che in tutti i modi io ci fossi”.
Il paragone con Annarita Sidoti la inorgoglisce. Col prof. Coletta, storico allenatore dello “scricciolo d’oro” di Gioiosa Marea, la Palmisano ha scambiato più di un’opinione a Sant’Alessio Siculo: “Che emozione essere nella terra di una grande marciatrice come Annarita Sidoti. Parecchie volte mi hanno paragonato a lei ed è sempre stato un vero onore per i risultati raggiunti ma anche per la sua identità. Mi hanno raccontato che era un’atleta abbastanza peperina e tanto forte. In un contesto dove forse di atletica si parla poco portare una tappa del Campionato Italiano che assegna titoli italiani e minimi per un Mondiale è davvero piacevole”.
Nel suo ricco palmarès spiccano inoltre le medaglie di bronzo mondiali conquistate a Londra 2017 e a Budapest 2023. Dall’alto della sua esperienza si è soffermata sullo stato di salute attuale della marcia azzurra: “Non tutte le annate sono uguali, è giusto che vi siano alti e bassi. La marcia ha uno storico, quello che cerchiamo di fare è ottenere dei risultati importanti. L’Olimpiade di Parigi forse non è stata paragonabile a Tokyo, ma può capitare anche questo, nulla è scontato. Stanno venendo fuori giovani brillanti promesse, aspettiamo in futuro di vedere noi marciatori”.
Prossimi obiettivi e sogni da inseguire. Sul tema una grande novità la attende: “Mio marito, nonché allenatore, ha voluto fortemente che provassi la 35km sebbene io sia ancorata alla mia amata 20 km, ma è giusto mettersi alla prova per gli Europei a squadre di maggio, col debutto nella 35km, per cercare di andare oltre ai propri limiti. La 20km mi vedrà comunque di scena a La Coruña in una gara molto competitiva”.
La marciatrice dal fiore in testa spiega, infine, l’origine di questo nomignolo: “Nasce tantissimi anni fa, forse alla prima gara importante che vinsi ed era una Coppa del Mondo. Volevo contraddistinguermi, essere riconosciuta dalle altre avversarie, emergere dalla mischia e non essere una delle tante. Vincendo quella gara da lì in poi ho portato avanti la tradizione ed ogni anno, per ciascuna gara importante, si vede questo fiore realizzato da mia mamma con i colori dell’Italia ma anche della nazione che mi ospita”.