Le ultramaratone: nuova frontiera del runner

Per ultramaratone si intendono tutte quelle gare il cui chilometraggio supera i classici 42 km e 195 m della maratona. Parliamo di distanze differenti che variano dai 50 ai 100 km fino a gare più lunghe che si non concludono in una singola giornata.
Per ultramaratone si intendono tutte quelle gare il cui chilometraggio supera i classici 42 km e 195 m della maratona. Parliamo di distanze differenti che variano dai 50 ai 100 km fino a gare più lunghe che si non concludono in una singola giornata. E’ un mondo estremamente vario che comprende anche le 50 e 100 km su pista, gare nel deserto, le 24 ore di corsa, sia su strada che sull’”anello rosso”, gli ultratrail in ambiente di montagna, diverse competizioni che arrivano anche a 300 km di lunghezza e che, come già detto, durano più di una giornata.
Questa tipologia di gare è oggi molto diffusa e praticata non solo da atleti professionisti ma anche e soprattutto da amatori che abbandonano le distanze classiche e le gare su strada più brevi per dedicarsi a vere e proprie imprese che li proiettano in un mondo affascinante e per molti versi totalmente nuovo. Da subito è necessario fare una precisazione: non ci si improvvisa ultrarunner. Sono necessari mesi di allenamento ed una preparazione che deve essere curata nei minimi particolari. Programmazione, alimentazione, abbigliamento, gestione dello sforzo sono solo alcuni degli aspetti da curare con attenzione. Tutto ciò che sembra insignificante può diventare determinante anche solo per portare semplicemente a termine una gara di questo tipo senza alcuna ambizione prestativa.
Dal punto di vista fisiologico l’impegno prolungato richiede che il substrato energetico da sfruttare siano i grassi, che rappresentano un carburante praticamente illimitato. Per gare più brevi sono le riserve di glicogeno a fornire l’energia necessaria ma impegni muscolari come le ultramaratone richiedono ben altro. Può capitare, ma questo è un fatto assolutamente negativo, che vengano intaccate anche le riserve proteiche che, però, hanno una funzione plastica cioè di costruzione del nostro organismo. In pratica intaccarle sarebbe come danneggiare i mattoni che costituiscono un palazzo con le ovvie, disastrose conseguenze sulla struttura dello stesso.
Gli ultrarunner sono oggi sempre più numerosi. Uno studio statistico recente ha messo in evidenza che sono sempre di più i soggetti, prevalentemente uomini, che si dedicano a questa specialità e che la loro età è molto spesso superiore ai 45 anni. Lo stesso studio ha messo in evidenza il fatto che si tratta di persone che hanno la tendenza a non assentarsi dal lavoro per malattia, che conducono uno stile di vita sano e consumano integratori a base di vitamine e proteine.
Ampio spazio, infine, è stato dedicato dalla letteratura scientifica agli effetti che le gare di lunghissima durata hanno sul fisico degli atleti che vi partecipano. Uno studio pubblicato sull’European Heart Journal, condotto da ricercatori belgi ed australiani, ha messo in evidenza che il volume cardiaco di soggetti che avevano partecipato a ultramaratone, ultratrail ed ultratriathlon si mostrava aumentato nella fase post-gara e che questa condizione permaneva per circa una settimana e, in un numero ridotto di atleti, anche più a lungo, con effetti sulla funzionalità del ventricolo destro.
Non è stato invece riscontrato, e questo è risultato da uno studio italiano condotto su 18 atleti caucasici subito dopo una gara di 60 km, un cambiamento significativo dei livelli di emoglobina, dell’ematocrito, della conta dei globuli rossi e della concentrazione di potassio. Non sussisteva nemmeno un aumento dell’emolisi correlato con l’impatto continuo dei piedi col terreno. C’è, tuttavia, un rischio maggiore, e questo sembra quasi scontato, di incorrere in danni da overuse e in lesioni da sovraccarico soprattutto a carico delle strutture muscolo-tendinee. Tali problematiche sono fortemente correlate con il cattivo allenamento (sia troppo che troppo poco, sia eccessivamente lento che eccessivamente veloce) ed a una cattiva gestione della gara, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione nel corso dell’evento prestativo.
Per tutti gli ultrarunner, quindi, la raccomandazione è di non improvvisare nulla ma di programmare tutto.
Buona corsa!
Foto tratta da www.corriere.it