Ciao Annarita, campionessa coraggiosa
La storia sportiva della marciatrice di Gioiosa Marea, spentasi questa mattina a soli 45 anni al termine di una lunga battaglia, è stata ricca di successi, su tutti l’oro ai Mondiali di Atene del ’97 nella 10 km.
Non è riuscita a sconfiggere un male incurabile dopo aver regalato in gara emozioni indimenticabili. Il vuoto è incolmabile, la sensazione univoca: ci ha lasciato una delle più grandi campionesse di sempre. La storia sportiva di Annarita Sidoti, spentasi questa mattina a soli 45 anni al termine di una lunga battaglia, è stata infatti ricca di successi. La marciatrice di Gioiosa Marea, soprannominata “Scricciolo d’oro” dal giornalista della Gazzetta dello sport Candido Cannavò data la sua statura, allenata dal prof. Coletta, ha vinto una storica medaglia d’oro ai Mondiali di Atene 1997 nella 10 km di marcia con il tempo di 42.55.51, due ori agli Europei di Spalato (1990) e Budapest (1998) più un argento a Helsinki nel 1994 e poi un oro agli Europei indoor ed uno alle Universiadi, oltre a tanti altri piazzamenti di prestigio.
“Ho saputo di avere il cancro nel 2009 – aveva raccontato Annarita alla rosea – quando ero al settimo mese di gravidanza di Alberto. E’ nel mio destino che non mi possa mai rilassare. Lo sport mi ha insegnato a non mollare mai, a credere che la sconfitta non è definitiva sino a quando tu non ti arrendi. Ho scoperto lotte più grandi di quando ero atleta, ora ho davanti un avversario che non molla mai, che può ucciderti prima l’anima del corpo. Ma questa battaglia non la vincerà”. La forza che metteva in gara l’ha riversata fino alla fine in questa lotta contro il male, con accanto il marito Pietro e i tre figli Federico, Edoardo e Alberto.
“L’atletica è come una seconda famiglia. In una carriera lunga non si può vincere in ogni gara, pur puntando sempre a dare il massimo. Bisogna accettare, dunque, i risultati, ma resto molto soddisfatta delle medaglie vinte e di tutto ciò che ho ottenuto” disse Annarita in una “Festa dell’Atletica” di qualche anno fa, appuntamento al quale presenziava annualmente nelle vesti di testimonial e modello da seguire per i più giovani, sempre prodiga di consigli per chi si avvicinava al mondo che l’ha consacrata grande. L’ex presidente del comitato provinciale Fidal, Costantino Crisafulli, pensando ai campioni di domani, aveva fotografato così il momento più bello della carriera della Sidoti, contrassegnato da una dolcezza senza pari: “Vorrei tanto rivivere il momento in cui Annarita, all’arrivo nella finale del Campionato del Mondo di Atene 1997, quasi non si rese conto di aver vinto e rivolse delicatamente il suo primo pensiero alla compagna di squadra che non aveva partecipato”.
Una vittoria inattesa che pose fine al digiuno azzurro nella spedizione in Grecia. All’inizio non sembrava infatti esserci posto per la Sidoti, ma lei non fece una piega. Poi la chiamata di Damilano che la convocò in sostituzione di Rossella Giordano, non al meglio della condizione. “Rossella mi avrà visto in tv e sono sicura che avrà esultato con me” disse dopo essersi asciugata le lacrime al traguardo. Ciao Annarita, piccola grande donna.