“Non ci resta che correre”, prosegue il tour di Biagio D’Angelo
Nativo di Messina e oggi residente a Milano, da oltre vent’anni si occupa di comunicazione. Mercoledì è stata la volta della sala conferenze di Piazza Sciacca a Patti, in collaborazione con la libreria “Capitolo 18” e il patrocinio del Comune. Una vera e propria dichiarazione d’amore per la corsa.
“Non ci resta che correre. Una storia d’amore e resistenza”. Proseguono in tutta Italia le presentazioni del primo libro di Biagio D’Angelo, autore nativo di Messina e oggi residente a Milano. Da oltre vent’anni si occupa di comunicazione, collaborando con diversi marchi nazionali e internazionali. Mercoledì è stata la volta della sala conferenze di Piazza Sciacca a Patti, in collaborazione con la libreria “Capitolo 18” e il patrocinio del Comune, dopo la precedente visita al Liceo Classico “Maurolico di Messina”. Un tour che proseguirà con le altre tappe siciliane di Bagheria e Siracusa, prima di ritornare nel nord Italia. Una vera e propria dichiarazione d’amore per la corsa quella nel testo, passando per la Sicilia dell’infanzia, con le immaginarie “Olimpiadi di Giampilieri”, e fantasticando sul mito Pietro Mennea.
D’Angelo, intervistato da Repubblica, ha raccontato che “scrivere un libro, almeno per me, è molto simile al correre la maratona. E’ un sogno nel cassetto, anzi più che un sogno un progetto che continuavo a rimandare. Poi ho riflettuto sul fatto che quella passione per la corsa che mi ha preso circa quattro anni fa era condivisa da sempre più gente e forse era arrivato il momento di mettersi in gioco e provare a raccontare questo mondo. Non puoi preparare una maratona se non decidi di impegnarti a fondo correndo con regolarità. Io ho fatto lo stesso con la scrittura. New York – ha aggiunto – mi ha fatto capire che la corsa non è solo fatica, anche se ce n’è parecchia, ma anche condivisione di una passione, partecipare a una festa. Correre la maratona è stata una delle cose più belle che ho fatto, ma adesso sto avvicinandomi al mondo del trail, della corsa in natura”.
Ecco la presentazione del libro, edito da Rizzoli: “Il momento in cui ti innamori, anche se mentre lo vivi non te ne rendi conto, innesca conseguenze impreviste e irreversibili. È ciò che succede anche al protagonista di questo libro, quarantacinque anni, padre separato, quando un sabato pomeriggio di marzo mette su la prima maglietta di cotone che gli capita, un paio di vecchie scarpe e invece di andare in palestra tira dritto e comincia a correre lungo il Naviglio: due chilometri all’andata e due al ritorno. Perché sì, è della corsa che si innamora. Di quella cosa che “si fa per non impazzire”, per tornare bambini o per preparare “il viaggio più bello della vita”: la prima maratona. Ed è così che nasce questo libro che parla di running, da leggere tutto d’un fiato come un romanzo. Perché a dare il passo all’autore ci sono tanti personaggi incredibili: per esempio c’è Edoardo, che scopre la corsa a sessant’anni sotto gli sguardi irridenti dei suoi compaesani e che oggi, a settantotto, è il secondo ultramaratoneta al mondo della sua categoria; c’è Constantin, che corre in stampelle dopo l’amputazione di una gamba; c’è Mahanidhi, prototipo del corridore-cercatore; c’è persino Chet Baker, che appare come una visione in un’alba nebbiosa alle porte della città. E c’è appunto Milano, la Milano del Parco Sempione e quella delle periferie, di tanti luoghi nascosti e tanti sguardi possibili solo all’occhio di chi li attraversa correndo. Con il suo primo libro, Biagio D’Angelo scrive una dichiarazione d’amore coinvolgente, commovente e autoironica, che appassionerà tanto i runner di lungo corso quanto i neofiti alle prese con i primi chilometri”.