Mauro Prosperi campione che ama le sfide estreme
Nei giorni scorsi, ha coordinato ad Alì Terme la manifestazione nazionale di “Triathle”, originale disciplina promossa in Italia dall’Aics che prevede corsa, tiro a bersaglio con pistola laser e nuoto.
Sportivo a tutto tondo e amante delle sfide estreme, Mauro Prosperi è un personaggio carismatico con una storia agonistica da raccontare ed un presente e futuro ricchi di importanti appuntamenti. Nei giorni scorsi, ha coordinato ad Alì Terme la manifestazione nazionale di “Triathle”, originale disciplina promossa in Italia dall’Aics che prevede corsa, tiro a bersaglio con pistola laser e nuoto.
“Ad Alì Terme è stato un successo – ha dichiarato soddisfatto Prosperi – numerosi ragazzi si sono avvicinati con curiosità ed entusiasmo e sia in spiaggia che sul lungomare sono stati incitati con calore. Gran parte del merito va dato al presidente dell’Aics Messina Lillo Margareci, ai suoi collaboratori e alla disponibilità degli amministratori locali. Ora sono concentrato sulle tappe di Reggio Calabria, Catania, Torino, Bologna e Cervia”.
Prosperi, nato nel 1955 a Roma, risiede ormai da 20 anni ad Aci San Filippo, e la Sicilia è diventata, così, la terra da dove pensare e programmare le nuove imprese. Nel 1984 ha conquistato l’oro olimpico a Los Angeles nella squadra di pentathlon moderno, attualmente è allenatore di corsa, scherma, nuoto, equitazione, tiro (fuoco e pistola) e preparatore atletico. In carriera, ha partecipato, inoltre, con lusinghieri risultati a tantissime maratone e ultramaratone. Nel 1994 l’incredibile esperienza vissuta alla “Marathon des Sables”, ultramaratona che si corre in Marocco, che ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso. Persosi a causa di una tempesta di sabbia, è riuscito a sopravvivere per ben dieci giorni nel deserto in condizioni disumane, percorrendo 299 km prima di essere salvato da una famiglia di pastori nomadi che lo dissetò con latte di capra per poi portarlo a un campo militare algerino e da lì in ospedale.
“E’ stata una vicenda indescrivibile per ciò che mi ha dato sotto il profilo emotivo. Ho sempre amato l’Africa, ci torno, infatti, spesso, ed è nel mio dna la capacità di adattarmi alla natura. A quella “Marathon des Sables” sono andato, però, oltre il limite per la mancanza di cibo, acqua e per il caldo asfissiante, ma grazie anche alla fortuna sono riuscito a tornare vivo a casa. La voglia di imparare a sfruttare le situazioni più difficili è, così, aumentata in me in modo esponenziale, diventando il comune denominatore di molti miei progetti”. Quali sono i prossimi? “Ne ho diversi in cantiere. Intendo compiere in canoa il periplo della Sicilia e realizzare un documentario sul Pollino, illustrando proprio come fare a sopravvivere. Il prossimo anno punto, invece, ad attraversare a piedi, assieme al mio amico Patrizio Fiorini, l’intero Sahara per 7000 km da Agadir sull’Oceano Atlantico a Hurgada sul mar Rosso”.