Successo di Kemboi all’Amatrice-Configno
Il vincitore ha tagliato il traguardo della classica reatina in 24:41, primo di un podio tutto kenyano: secondo è arrivato infatti, staccato di un secondo, Wiliam Kibor (G.P. Parco Alpi Apuane) in 24:42 e terzo Paul Tiongik in 24:49. Tra le donne prima Zeddy Jerop Limo (Atl. Castello) che ha chiuso il percorso in 28:42.
Tutto come nelle previsioni. Ad aggiudicarsi la 36° Amatrice-Configno, classica di 8.5 km, è stato il grande favorito della vigilia, il fresco campione del mondo delle siepi Ezekiel Kemboi, che ha bissato la vittoria che era stata già sua nel 2010.
Kemboi ha corso con intelligenza ed in maniera tranquilla, seguendo il gruppetto dei migliori senza mai mettere il naso alla finestra, poi verso il quinto chilometro si è affacciato avanti ed ha fatto un primo cambio di ritmo che ha operato la selezione e sono tutti finiti dietro compreso William Kibor, il più pericoloso degli avversari, vincitore della passata edizione. Quest’ultimo ha provato a rifarsi sotto, mentre Kemboi andava avanti senza problemi e quando i due sono stati nuovamente a contatto di gomito, il campione del mondo non gli ha dato modo di riprendere fiato ma è scattato nuovamente riprendendo una diecina di metri. Quelli che sono stati sufficienti per controllare l’avversario ed evitare una pericolosa volata dall’esito incerto. Kemboi ha tagliato il traguardo della classica reatina in 24:41, primo di un podio tutto kenyano: secondo è arrivato, quindi, Wiliam Kibor (G.P. Parco Alpi Apuane) in 24:42 e terzo Paul Tiongik in 24:49.
Dietro, incredibile, dopo tanto penare si sono messi in luce anche gli italiani. A sorpresa il marchigiano Gabriele Carletti che gareggia per Terni e che forse meriterebbe maggiore considerazione, visti i suoi trascorsi giovanili eccellenti, poi l’immortale Curzi e si è difeso, malgrado una caviglia in disordine anche Chatbi, il campione italiano delle siepi. A chiudere la buona giornata degli italiani, è stato decimo Alberto Montorio.
Anche fra le donne, la battaglia è stata tra straniere, ma le italiane sono state attrici attive e non comprimarie. Stavolta si sono scambiati i ruoli per le prime due posizioni, l’ucraina Pohoryelska vincitrice nel 2012, ha dovuto cedere lo scettro alla keniana Zeddy Limo, che è scappata negli ultimi tornanti. Ma dietro le due ecco una ritrovata Giulia Francario dell’Esercito, che è stata poco distante e forse con maggiore convinzione avrebbe potuto dar fastidio anche alle due davanti. Riepilogando, Zeddy Jerop Limo (Atl. Castello) ha chiuso il percorso in 28:42, mentre l’ucraina Viktorya Pohoryelska ha terminato le fatiche in 28:58 e la terza Giulia Francario, dell’Esercito, ha fermato il crono a 29:30. La grande sorpresa è stata però la giovanissima Erika Michetti, classe ’92, che è finita quinta.
Una edizione tutta da ricordare quindi. Il premio “Run for G” dedicato a Graziella, la moglie del patron della corsa Bruno D’Alessio, recentemente scomparsa, è stato appannaggio dei due amatori Erica Michetti (Atletica Studentesca Cariri) e Daniele Troia (Running Club Futura).