Troppe le gare saltate nel 2011: è soltanto colpa della crisi economica?
Sta per chiudersi un 2011 critico, dal punto di vista organizzativo, per il podismo delle nostre latitudini. Con l’annullamento della Maratona di Reggio Calabria sono diventati, infatti, tre i grandi appuntamenti che non si sono svolti negli ultimi mesi. La spiegazione più utilizzata dagli addetti ai lavori è che attualmente organizzare delle gare è difficile per la crisi economica che attanaglia l’intera società, riducendo sensibilmente sia il sostegno delle Istituzioni che, soprattutto, la voglia di investire degli sponsor. Sicuramente si tratta di una chiave di lettura accettabile e condivisibile, ma non può e non deve fungere da unica giustificazione.
Sta per chiudersi un 2011 critico, dal punto di vista organizzativo, per il podismo delle nostre latitudini. Con l’annullamento della Maratona di Reggio Calabria sono diventati, infatti, tre i grandi appuntamenti saltati negli ultimi mesi. Si è cominciato a marzo con la “Etna Half Marathon” che, inserita nel “X Grand Prix di Maratonine”, non si è svolta a causa della mancata copertura economica nei confronti del corpo di Polizia Municipale. Dopo cinque anni in cui ha rappresentato un riferimento fisso per agonisti e appassionati, dunque, ecco l’imprevisto stop, che ha determinato una grave perdita per la città di Catania. La mezza maratona etnea, diventata una delle più significative nel Meridione, aveva garantito, fin dalla sua prima edizione un discreto standard qualitativo e, soprattutto, un’ottima partecipazione di atleti. Il numero degli iscritti è stato, infatti, sempre crescente, fino a toccare quota 1000 nel 2010. L’ Etna Half Marathon non è stata poi riproposta nel corso dell’anno, come si era ipotizzato in un primo momento.
Catania ha perso, in seguito, pure la riproposizione della “Catania City Marathon”, che era apparsa, un po’ come una meteora, nel dicembre del 2010. Pochi giorni fa è giunta, infine, la notizia da Reggio Calabria che anche sull’altra sponda dello Stretto non si sarebbe corsa, domenica 27 novembre, l’attesa Maratona reggina “per le possibili interferenze – si legge nel comunicato degli organizzatori – con le esercitazioni della Protezione Civile, disposte dall’omologo Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri e organizzate dalla Prefettura di Reggio Calabria, che coinvolgono il Comune di Reggio Calabria nel fine settimana 25-27 novembre 2011, e per il mancato rispetto da parte dell’Amministrazione Comunale degli impegni assunti”.
Se a queste clamorose defezioni si aggiungono le tante corse, prima fissate e poi cancellate nei vari calendari regionali e provinciali, anche messinesi, qualche riflessione diventa doverosa. La spiegazione più utilizzata dagli addetti ai lavori è che attualmente organizzare delle gare è difficile per la crisi economica che attanaglia l’intera società, riducendo sensibilmente sia il sostegno delle Istituzioni che, soprattutto, la voglia di investire degli sponsor. Sicuramente si tratta di una chiave di lettura accettabile e condivisibile, ma non può e non deve fungere da unica giustificazione. Il mancato svolgimento di appuntamenti così importanti provoca, infatti, un danno enorme economico e d’immagine, oltre che naturalmente sportivo e aggregativo, che non può essere liquidato tanto facilmente ed in modo, a volte, un po’ superficiale. Ad esempio numerosi atleti partecipano a questi avvenimenti, spostandosi da altre regioni e prenotando, già diversi mesi prima, voli aerei ed alberghi. A loro viene tolta traumaticamente la possibilità di gareggiare e di visitare e soggiornare in posti diversi dai propri, ma, soprattutto, si da, così, un’immagine negativa del Meridione, di cui sinceramente non si sente l’esigenza.
La crisi economica c’è e si sente. Se si vogliono organizzare degli eventi, ma anche delle semplici gare provinciali, lo si deve fare, però, obbligatoriamente bene, quasi fosse un dovere morale nei confronti degli altri, non sottovalutando, sia nei costi che nei ricavi, proprio la voce “crisi economica”.